mercoledì 13 novembre 2019

VII. la mia idea di scacchiera





Per la mia idea di scacchiera mi sono ispirata a Peter  Eisenman, in particolare alla Chiesa del 2000, Roma 1996, un progetto  mai realizzato.
Ho scelto quest' edificio non per la funzione o il progetto in sé, quando Eisenman progetta quest' edificio attraversa quella fase della sua carriera dove l' edificio fuoriesce dal terreno, come un estrusione del suolo e si articola intersecandosi, spezzandosi e svuotandosi, si può  notare sia in pianta, in prospetto e in sezione, le linee guida che poi delimiteranno il pieno ed il vuoto le ricava dall' intorno, da ciò che si trova nella sua area.
Il luogo dove sorgerà l' architettura diventa fonte si ispirazione per il progetto stesso, ne delimita la forma e i percorsi in modo più o meno complesso.
I miei tracciati derivano dal dislivello presente nel lotto, questo è stato ridisegnato in modo " spigoloso"  e queste linee guida le ho ridisegnate all' interno del lotto assieme a quello che considero l' asse stradale più rilevante nel lotto.
Così si è creata una maglia irregolare, spigolosa che si sovrappone e di queste linee alcune diverranno percorsi, altre edificio.
L' area di progetto è prevalentemente verde quindi non voglio stravolgerla con un edificio posizionato lì ma l' edificio si dovrà amalgamarea questo verde, quasi come se dovesse nascere da questo, un po' come Eisenman estruderò il terreno per formare l' edificio.



   
 Progetto della Chiesa del 2000, Peter Eisenman





Progetto della Chiesa del 2000 di  Peter Eisenman sulla mia area di progetto




Tracciati della mia area di progetto derivati dal dislevello presente nel lotto e dalla strada principale


La chiesa di Eisenman ha quella forma grazie ad un griglia derivata dall' intorno, si eleva verso il cielo in alcuni punti poichè essendo una chiesa deve avere anche un senso simbolico, per queste modifiziani con credo che riproporre le stesse forme nel mio progetto porterebbe ad uno stravolgimento del progetto di Eisenman vanificandone il significato. Mi piace l' idea del suolo che diventa edificio, dell' intorno che diventa linea e la linea diventa edificio per questo nella mia scacchiera mi ispiro all' idea che vi è alla base dell edificio preso a riferimento.
L' intorno diventa linea, la linea diventa traccia, le traccie diventano maglia e da questa maglia emergerà un edificio che uscirà dal suolo o ci si immergerà, diventerà parte del paesaggio naturale.
















domenica 3 novembre 2019

VI. Area di progetto - tessitura


Tessitura 1 
segni principali 

 Tessitura 2
direzione edificato principale


Tessitura 3
percorsi esistenti


Area di progetto scala 1:200


TESSITURA DEFINITIVA






martedì 8 ottobre 2019

III. Parola chiave Riuso



Interpretazione grafica 

Hundertwasser_ Vienna

La parola scelta per rappresentare questa architettura di Hundertwasser "riuso", in quanto, secondo noi, l' edificio è stato riutilizzato come una tela che ospita un disegno e l' insieme di ciò crea l' opera d' arte.






Patrick Blanc musée quai branly_ Parigi
Le città di tutto il mondo si trasformano con l' uso del colore, che sia scelto dal progettista, applicato da artisti di strada o addirittura dal colore della vegetazione sovrastante.
Molti progettisti di ispirano ad opere d' arte per l' uso dei colori, specialmente ai quadri di Mondrial, in altri casi sono gli abitanti stessi del luogo a chiedere ad artisti di tutto il mondo di abbellire le proprie facciate con colori e disegni. 


L’arte fuoriesce dalla classica cornice del museo, designato come luogo conforme in maniera preminente alla sua conservazione e fruizione, e invade lo spazio pubblico, ne indaga le potenzialità, ne tasta la funzionalità nel suo ruolo di lucido specchio della società contemporanea, “arte fuori dal museo” perché trova la sua linfa vitale proprio nel rapporto con il mondo circostante, mediante interazioni umane, incontri intersoggettivi e interconnessioni disciplinari che rivendicano la positività dell’artista che opera negli spazi pubblici.  È la volontà di fare dello spazio espositivo un luogo aperto.



Luisa Fanton
Gabriel Mauri







mercoledì 2 ottobre 2019

II. Commento sugli aspetti chiave


"...... ecco i punti su cui noi ci focalizziamo e che ci sembrano gli aspetti chiave.
1. Il riutilizzo di una struttura abbandonata e progressivamente delle sue aree esterne;
2. L’occupazione degli abitanti provenienti da varie etnie e da varie situazioni di marginalità;
3. Una situazione di equilibrio sociale, dinamico auto regolato; 
4. La presenza dell’arte come grande “difensore” dell’occupazione; 
5. La presenza dell’arte come “ricentralizzazione” della periferia;
6. La presenza del sguardo dell’arte sui fenomeni di marginalizzazione che riaprono ad una nuova estetica che è anche nuova sostanza."

Dell' articolo scritto dal Professor Antonino Saggio mi sono rimasti impressi principalmente questi punti.
Durante il mio percorso universitario abbiamo trattato alcuni di questi temi in modo individuale o unendoli, infatti nei corsi di progettazione precedenti abbiamo affrontato temi tra quali l’edilizia economica popolare o la progettazione di alloggi per immigrati, laboratori dedicati all’insegnamento di attività collettive.
Si è cercato di creare un’unione tra i fruitori del progetto anche insegnando, nel caso degli alloggi per immigrati, le diverse usanze per ottenere un rispetto reciproco che portasse ad una maggiore tolleranza gli uni degli altri.
Sono del parere che per ottenere un equilibrio sociale si debbano conoscere le usanze delle altre etnie con le quali ci andremo a confrontare, poiché solo tramite la conoscenza dei loro usi si possono comprendere, apprezzare e supportare gli altri.
Per quanto riguarda l’arte credo sia un linguaggio universale, apprezzabile in tutte le sue forme, dalla Street art per decorare le facciate agli allestimenti museali, è un modo di unire le persone.
Il tema della periferia è un tema complesso spesso affrontato e mai pienamente compreso, chi la vive da esterno la interpreta in un modo e chi ci vive da sempre in un altro, per fare un progetto che abbia vita lunga nel tempo bisogna fare un attenta indagine per conoscere chi saranno i fruitori e cosa a queste persone piacerebbe avere. 

















riporto il link dell' articolo sopra commentato.

I. Progetto di Laboratorio IV

Per il laboratorio di progettazione architettonica IV ci era stato chiesto di riprogettare il centro sportivo Sapienza situato a Tor di Quinto.
Nel progetto io e la mia collega, Silvia Giulianelli abbiamo ideato una serie di edifici con funzioni differenti ma che potesse sembrare una struttura unica.
All'interno del centro sportivo progettato si potevano svolgere attività sportive sia all'aperto quali tennis, arrampicata, beach volley, calcio, atletica leggera skateboard e ciclismo a livello amatoriale, sia al chiuso come il nuoto ed il canottaggio, fitness, una zona wellness-Spa, le aree coperte comprendevano anche degli uffici, delle aule studio ed una sala per le  conferenze.
Personalmente mi sono occupata dell' edificio con la piscina , dell' edificio per il canottaggio con i suoi uffici e la sua sala riunioni, dell' aula studio e della sala conferenze.
Caratteristica di tutto il complesso era una grande copertura verde che collegava la pista ciclabile esistente con il nostro impianto sportivo e sulla quale era possibile svolgere delle attività come la corsa, lo yoga e la coltivazione di un piccolo orto urbano .